Le azioni value sono titoli che vengono scambiati a un prezzo inferiore rispetto a quello che dovrebbe avere considerando i fondamentali dell’azienda -soprattutto fatturato, utili e dividendo. La maggior parte delle azioni value sono titoli di società che hanno raggiunto la loro fase di maturità, per cui registrano un tasso di crescita ridotto ma hanno ampi profitti.
Saper riconoscere il valore di un’azione e distinguerlo chiaramente dal suo prezzo è una grande abilità. Grandi investitori come Warren Buffett hanno basato decenni di carriera di successo proprio su questo, ed è un tipo di approccio ai mercati che non diventa mai obsoleto.
Investire in value stocks funziona bene soprattutto per gli investitori di lungo termine, che non hanno paura di tenere per diversi anni un titolo in portafoglio. Ci può volere tempo prima che il prezzo di un’azione rifletta il suo reale valore, ma presto o tardi si riallineano sempre.
In questa guida scopriremo cosa sono le azioni value e come trovare società sottovalutate dal mercato. Vedremo anche quali sono i punti di forza principali di questo approccio agli investimenti e i limiti da tenere a mente; avremo anche modo di citare alcune delle migliori azioni value su cui investire oggi e di presentare i migliori broker, come eToro (qui per il sito), per comprare questi titoli in modo conveniente e sicuro.
Azioni value – Riassunto dei punti principali:
❓Cosa sono?: | Azioni sottovalutate dal mercato |
🤔Conviene investire in azioni value?: | Sì |
💪Principale punto di forza: | Risultati più che comprovati |
👎Principale punto di debolezza: | Tante competenze necessarie |
🇺🇸Migliori azioni value americane: | Ford, JPMorgan Chase, Oracle |
🇮🇹Migliori azioni value italiane: | Eni, Enel, Stellantis |
🏆Miglior broker per investire: | eToro – Provalo gratis qui |
Indice di pagina
Cos’è una value stock
Una valute stock è un’azione venduta a un prezzo più basso del suo reale valore. Per comprendere gli investimenti in value stocks, prima di tutto, bisogna proprio comprendere la differenza tra prezzo e valore.
Il prezzo di un’azione è la sua quotazione attuale. Ci dice quanto il mercato sta valutando un certo titolo, ed è dato esclusivamente dall’incontro tra domanda e offerta. Rappresenta la quantità di denaro che noi dobbiamo pagare per entrare in possesso dell’azione, ed è uguale per tutti gli investitori.
Il valore di un’azione è quanto dovrebbe realmente costare il titolo, secondo la nostra analisi. Tutti gli investitori hanno una percezione diversa tra loro del valore di un’azione o di una società; dipende dal modello di analisi che utilizziamo e dalla quantità di informazioni di cui siamo a conoscenza.
La differenza tra prezzo e valore di un titolo è alla base del value investing, cioè l’approccio agli investimenti di chi cerca sempre di investire su azioni value. La migliore sintesi è quella fatta proprio dal principale esponente del value investing, l’intramontabile Warren Buffett:
“Il prezzo è ciò che paghi, il valore è ciò che ottieni”
– Warren Buffett
Alla radice questo approccio sembra piuttosto semplice. Il problema è come stimare il valore di una società quotata in Borsa, tenendo conto di tutte le informazioni disponibili e di tutti i possibili scenari futuri. Lo stesso Warren Buffett è solito acquisire delle quote di controllo nelle società su cui investe, in modo da poter influenzare il loro andamento e ridurre l’incertezza sugli scenari futuri.
Inoltre è importante ricordare che di solito i mercati sono piuttosto efficienti, per cui lo scarto tra prezzo e valore potrebbe essere molto basso. Ecco perché è molto importante risparmiare sui costi di intermediazione, ad esempio utilizzando un broker come Capital.com (provalo gratis qui). Se scegliamo un broker troppo costoso, le commissioni colmeranno il gap tra prezzo e valore invalidano la nostra strategia.
Top 10: azioni value su cui investire oggi
Ora che abbiamo poggiato delle solide basi di teoria, possiamo fare il passo successivo e passare alla pratica. Per farlo analizzeremo 5 azioni value particolarmente interessanti, che rappresentano esempi concreti di tutto ciò di cui abbiamo parlato fino a oggi. Ricordiamo che questi non rappresentano consigli di investimento, e hanno un puro fine informativo.
Se qualcuno fosse interessato a investire su queste società, in ogni caso, consigliamo di farlo usando eToro (qui il sito ufficiale) per non pagare commissioni. Tutte le aziende che stiamo per vedere sono infatti compatibili con la funzionalità RealStock, un elenco di titoli molto corposo su cui si può investire senza nessun tipo di costo attraverso eToro.
#1 – Unilever
Può darsi che il nome di questa società non faccia scattare nessun interruttore nella tua mente, ma è probabile che diversi prodotti di Unilever si trovino in casa tua in questo momento. Si tratta infatti di uno dei più grandi conglomerati aziendali al mondo, con una specializzazione in tutto ciò che riguarda prodotti di uso quotidiano.
Esempi di marchi di proprietà di Unilever sono la linea di deodoranti Dove e Axe, i gelati Mgnum e Cornetto, i prodotti per cucinare Knorr, le salse a marchio Calvé e i prodotti per la pulizia Cif. Sono tutti brand che fanno capo a Unilever, che per mantenere una migliore presenza in ciascun mercato ha deciso di non applicare ovunque il marchio della holding.
Dal momento che tutti i settori in cui Unilever opera sono molto stabili e tradizionali, la società è ampiamente profittevole e non ha quasi nessun concorrente di pari livello: solo Nestlé e Procter & Gamble possono rappresentare dei competitor seri, ma ognuna di queste società ha un suo spazio unico sul mercato.
Con un generoso dividendo che tende anche ad aumentare di anno in anno, oltre a un ottimo tasso di crescita nei mercati emergenti, le azioni Unilever sono un ottimo esempio di value stock.
#2 – JPMorgan Chase & Co
Passiamo a un nome che ha bisogno di poche presentazioni, trattandosi di una delle banche d’investimento più importanti al mondo. Nata dalla fusione tra Chase e J.P. Morgan & Co., l’attuale holding JPMorgan Chase & Co. gioca un ruolo determinante nel funzionamento del sistema finanziario americano.
Grazie al suo brand così celebre, JPMorgan Chase è spesso chiamata a seguire la quotazione in Borsa delle società più chiacchierate; a sua volta la società investe in tantissimi strumenti finanziari, rendendola un modo diversificato di esporsi al mercato più in generale.
Il rapporto P/E e tutti i principali dati di bilancio sono estremamente favorevoli nel momento in cui scriviamo la guida, al punto che la capitalizzazione della società è meno di 10 volte più grande dell’utile netto dell’ultimo anno.
Indubbiamente il settore bancario è uno di quelli in cui si riscontra la maggior presenza di azioni value. Bisogna però fare bene i conti con gli indicatori di stabilità finanziaria e con il fatto che i bilanci delle banche sono compilati in modo diverso da quelli delle altre aziende, quindi c’è della competenza in più da avere alle spalle per poterli comprendere a pieno.
Se volessimo aumentare la nostra esposizione a questo titolo, potremmo anche utilizzare la leva finanziaria per far oscillare di più il nostro capitale. Specialmente in un settore molto stabile come quello bancario, può essere un rischio calcolato che aumenta le opportunità di rendimento; di solito i value investor non fanno trading sul margine, ma nulla vieta di farlo.
Un buon modo per sbloccare le potenzialità della leva finanziaria è utilizzare i CFD, dal momento che questo tipo di strumenti derivati è pensato proprio per il trading sul margine. Un ottimo broker di CFD è Capital.com (qui per una demo gratuita), che permette anche di decidere quanta leva utilizzare in ciascun trade.
#3 – AT&T
AT&T è il più grande operatore di telecomunicazioni degli Stati Uniti, l’equivalente di TIM in Italia. Il settore è ormai saturo e difficilmente vedremo grandi nuovi competitor minacciare la superiorità competitiva di AT&T. Questo permette anche alla società di staccare un dividendo piuttosto interessante, che in questo momento vale oltre il 5.50% del prezzo del titolo.
Malgrado il settore delle telecomunicazioni abbia dei margini piuttosto piccoli, AT&T riesce a essere costantemente profittevole di anno in anno. Questo permette agli investitori di rimanere tranquilli mentre l’azienda fa il suo lavoro, crescendo comunque di anno in anno soprattutto grazie alle nuove acquisizioni.
Possiamo anche essere piuttosto sicuri che il settore in cui opera la società non sia destinato a scomparire, anzi: la connessione a internet e la comunicazione da remoto sono elementi sempre estremamente importanti per la società in cui viviamo. Questo è un elemento che non possiamo tralasciare, soprattutto perché quando si investe in azioni value lo si fa con un orizzonte di lungo termine.
#4 – Prologis
Prologis è un REIT, cioè una società di investimento immobiliare quotata in Borsa. I REITs sono un mondo che offre tantissimi spunti a chi cerca azioni value, per diversi motivi. Il primo è che il settore immobiliare è un mercato intramontabile, che cresce nel tempo grazie alla crescita dell’economia più in generale; il secondo è che sono tenuti a norma di legge a pagare come dividendi la maggior parte degli utili.
Nello specifico, Prologis è un REIT specializzato nelle operazioni che riguardano gli investimenti in magazzini e centri logistici per le grandi imprese. Tra i clienti di questa società troviamo tutte le grandi aziende del mondo delle spedizioni da FedEx a UPS. Soprattutto, però, troviamo Amazon: al momento Prologis è il più grande fornitore di spazi per i centri logistici dell’azienda di Jeff Bezos.
Per quanto riguarda il modello di business, solitamente Prologis costruisce o acquisisce i centri logistici che diventano di sua proprietà. Dopodiché stringe accordi con i clienti che possono essere di affitto o di leasing operativo, con il leasing che risulta essere l’opzione più comune.
La società ha attivi in tutto il mondo, inclusi vari centri logistici in Italia. Complessivamente è una realtà impossibile da ignorare per le sue dimensioni, e nel tempo continua a mietere risultati positivi nel conto economico che portano a loro volta a dividendi piuttosto interessanti.
Anche Prologis fa parte della lista di azioni RealStock negoziabili senza commissioni su eToro. Questo ci aiuta parecchio a mantenere un margine di sicurezza, cioè il divario tra il valore delle azioni Prologis e il prezzo per cui vengono scambiate in Borsa.
#5 – Shell
Royal Dutch Shell, oggi semplicemente “Shell”, è una delle più grandi società petrolifere al mondo. Il settore del petrolio viene spesso tralasciato dagli investitori di oggi, tutti molto proiettati verso l’elettrico e le nuove frontiere tecnologiche.
Certo, non è sbagliato investire su nuove tecnologie come idrogeno e auto elettriche: a conti fatti, però, le azioni di quel campo sono spesso sopravvalutate mentre quelle petrolifere sono sottovalutate. Shell, in particolare, è una di quelle grandi multinazionali del settore che tenderà a rimanere anche con la contrazione dei combustibili fossili.
Ci vorrà molto tempo prima che il mondo possa davvero fare a meno di gas e petrolio, soprattutto per la produzione di energia elettrica e per l’alimentazione di motori jet o per le navi. Nel frattempo, Shell rimane un ottimo investimento che porta con sé anche un dividendo da oltre il 4% rispetto al prezzo del titolo.
#6 – Oracle
Oracle è la terza società di software più grande al mondo. Un settore in continua espansione, ma che Oracle approccia già come una società estremamente grande e matura; per questo motivo è insieme ad Apple una delle pochissime società tech a offrire un dividendo.
Tra i brand di Oracle troviamo alcune soluzioni fondanti per tutti i siti e le app che usiamo tutti i giorni. Esempi sono MySQL, Oracle Database, Oracle Enterprise Manager e le varie soluzioni di cloud computing che l’azienda offre ai clienti.
Il rapporto P/E può sembrare leggermente alto, ma non dimentichiamoci che a differenza di altre value stock c’è ancora tanto potenziale di crescita per Oracle. Volendo possiamo ulteriormente espandere il potenziale della nostra posizione applicando una leggera leva al nostro trade, usando un broker come Capital.com (qui il sito) che supporta questa funzionalità.
#7 – Aena
Aena è una società poco conosciuta in Italia, ma con tutte le carte in regola per essere un’ottima value stock. Si tratta dell’azienda che gestisce tutti i principali aeroporti spagnoli: considerando che la Spagna è uno snodo tra Europa e Sud America, oltre che uno dei posti più visitati al mondo, il traffico aereo nel Paese non manca di certo.
La pandemia ha seriamente penalizzato il titolo, proprio per via del numero di passeggeri ridotto. Tuttavia, la ripresa economica e soprattutto la fine delle restrizioni agli spostamenti stanno aprendo un’ottima finestra di opportunità per investire su Aena.
#8 – Royal Caribbean
Altra ottima value stock con cui è possibile cavalcare una doppia opportunità. Royal Caribbean è una società che non ha bisogno di presentazioni, essendo da sempre uno dei player più importanti e più apprezzati nel mondo delle crociere.
Prima il titolo è stato penalizzato dalla pandemia, che chiaramente ha scoraggiato gli investitori; finita la pandemia, la ripresa è stata minima prima che la crisi energetica del 2022 colpisse ulteriormente l’andamento del titolo. Ora l’azione si trova molto al di sotto del suo reale valore, se consideriamo che nei prossimi anni è quasi certo che il business di Royal Caribbean tornerà alla normalità.
#9 – Lenovo
Anche in ottica di diversificazione geografica, ci sembra interessante trattare qualche titolo non europeo né americano. Un’ottima value stock quotata sulla Borsa di Hong Kong è Lenovo, colosso dell’elettronica di consumo che viene scambiata con un rapporto P/E inferiore a 6 nel momento in cui scriviamo.
Il mercato ha forse meno fiducia verso i titoli cinesi per via della crisi immobiliare, simboleggiata da Evergrande, esplosa alla fine del 2021 e presto arrivata a contagiare le Borse. Tuttavia Lenovo ha un’impronta globale, che non è soltanto legata al mercato cinese. Per fare un esempio pratico, è anche main sponsor dell’italianissima Ferrari in Formula 1.
Lenovo è un’ottima azienda anche in termini di prodotto, e la capacità di innovare di Lenovo è notevole. Un’altra società value che ha comunque molto spazio per crescere nel tempo. In questo caso è più difficile trovare un broker con cui sia possibile negoziare azioni cinesi, ma fortunatamente eToro offre anche questo.
#10 – Ford
Ford è forse l’azione più sottovalutata nel mercato automotive in questo momento. L’azienda ha dimostrato di essere tranquillamente in grado di competere con Tesla e rivali quando ha rilasciato la sua Mustang Mach-E, una versione 100% elettrica dell’auto più iconica della società americana.
Mentre aspettiamo che la rivoluzione elettrica conquisti nuove quote di mercato, però, Ford riscuote già un ottimo successo con i suoi veicoli a motore termico. In Europa è più difficile rendersene conto, ma i pick-up di Ford sono costantemente i mezzi che dominano l’elenco delle auto più vendute negli Stati Uniti.
Il titolo di Ford è stato penalizzato dalla crisi di inflazione sulle materie prime, che ha colpito i margini della società tra la fine del 2021 e il 2022. Anche in questo caso, però, è facilmente prevedibile che Ford supererà questa fase e tornerà a mietere utili in linea con quelli pre-pandemia, aumentati ulteriormente dalla popolarità delle sue nuove auto elettriche.
Come scegliere un’azione value
Il value investing è una strategia che si basa su comprare azioni value al di sotto del loro valore, per poi venderle quando il prezzo raggiunge o supera il valore del titolo. Per far funzionare bene questa strategia, la variabile più critica è trovare un buon metodo di valutare il valore delle società e capire quali possano essere quelle realmente sottovalutate.
Qualsiasi valutazione di una società richiede una buona conoscenza dell’analisi di bilancio, cioè dei metodi di valutazione aziendale che partono dai dati di bilancio di una società. Questo include la lettura e la comprensione di tutti e tre i documenti che compongono il bilancio: conto economico, stato patrimoniale e rendiconto finanziario.
Oltre ai dati di bilancio, ci sono altri fattori da tenere in considerazione per capire se un titolo sia sottovalutato, sopravvalutato o venduto al suo valore reale. Questo include la lettura del contesto esterno alla società e la comprensione di come potrebbe impattare sul suo business; quali siano i punti di forza e di debolezza nella struttura di un’azienda, la valutazione del management e l’andamento dell’economia in generale.
Di seguito vedremo tutti i principali parametri per valutare una value stock e decidere se sia o meno il caso di investire.
Capitalizzazione di mercato (market cap)
La capitalizzazione di mercato, più spesso nominata con l’appellativo inglese “market cap”, rappresenta la valutazione di mercato di una società. Il market cap di una società si ottiene moltiplicando il prezzo di un’azione per il numero totale di azioni esistenti.
Di fatto questo numero è il vero indicatore del “prezzo” di un’azienda, al punto che rappresenta la cifra effettivamente necessaria per acquisirla per intero. La capitalizzazione è un dato molto più utile rispetto al prezzo della singola azione quando vogliamo fare le nostre analisi.
Consideriamo, ad esempio, due società come Netflix e Shopify: nel momento in cui scriviamo la guida, il prezzo di un’azione di Netflix è intorno ai 150$ e quello di un’azione Shopify è intorno ai 310$. Questo significa che Shopify vale più di Netflix come società? Assolutamente no. Per capire quale società valga di più secondo il mercato, dobbiamo considerare anche il numero complessivo di azioni in circolazione.
Tenendo conto anche di questo fattore, notiamo come la capitalizzazione di Netflix sia intorno ai 77 miliardi di dollari, mentre quella di Shopify è vicina ai 45 miliardi di dollari. Questo significa che Netflix “costa” più di Shopify, quantomeno in termini di capitale necessario per acquisire l’azienda.
Le migliori piattaforme di trading, come quella di eToro (qui per provarla gratis), ci semplificano la vita indicano il market cap delle società su cui possiamo investire. In generale, per chi vuole investire in azioni value è molto utile avere una piattaforma che presenti i dati di bilancio delle aziende.
Utile netto e rapporto P/E
L’elemento solitamente più utilizzato nell’analisi di un’azione value è il suo utile netto. Questa cifra rappresenta il profitto netto di una società al netto di tutti i costi, incluse le imposte e gli interessi. Di fatto questo è il valore che conta di più per un investitore di lungo termine, perché l’utile netto di una società rappresenta ciò che di anno in anno si aggiunge effettivamente al suo valore.
Anche questo meccanismo è spiegato molto bene da Warren Buffett con l’esempio della fattoria. L’esempio è il seguente: se oggi compriamo una fattoria, tra dieci anni avremo ancora i terreni e le strutture che ne fanno parte oggi; nel frattempo, però, avremo raccolto i frutti del nostro lavoro e i profitti che ne derivano. L’utile di una società, in questa analogia, è come il raccolto annuo della fattoria che ricompensa gli investitori.
La maggior parte dei value investor investe solo, o comunque in gran parte, in società già profittevoli. Per quanto le società più giovani possano avere un alto tasso di crescita e avere ottime prospettive di lungo termine, chi investe in ottica di rapporto prezzo-valore preferisce società più mature e stabili.
Il rapporto P/E è il modo più comune di valutare l’utile netto di una società. Esprime il rapporto tra il prezzo di un’azione e gli utili che corrispondono a ciascuna azione di un’azienda. Si ottiene lo stesso risultato dividendo la capitalizzazione di mercato per l’utile netto.
I value investor cercano azioni che abbiano un rapporto P/E più basso possibile; il motivo è facilmente intuibile se torniamo all’esempio della fattoria. Tra due fattorie che possono produrre la stessa quantità di raccolto, è logico comprare quella che costa meno; tra due fattorie che hanno lo stesso prezzo, è logico comprare quella che ci può dare più frutti.
Attenzione, però, a non sottovalutare tutti gli altri parametri di cui abbiamo parlato e di cui parleremo: il rapporto P/E è importante, ma non è l’unico elemento che conta per identificare delle buone value stocks su cui investire.
Il dividendo delle azioni value
Nella maggior parte dei casi, le azioni value staccano un dividendo. Anche in questo caso, però, non è una legge universale. L’impronta di questo stile di investimento è inevitabilmente stata segnata da Warren Buffett, dal suo socio Charlie Munger e dal loro mentore Ben Graham. Tutti e tre hanno sempre dato la precedenza ad azioni che hanno un dividendo, ma non è una necessità assoluta.
Quando una società stacca un dividendo, significa che una parte del suo utile netto andrà nelle tasche degli investitori. Il vantaggio è che riceveremo questo flusso di cassa che potremo reinvestire e che nel corso del tempo le aziende tendono ad aumentare il loro dividendo annuale, per cui gli investitori di lungo termine vengono ricompensati gradualmente sempre di più.
Dall’altra parte, le società che staccano un dividendo stanno implicitamente ammettendo di avere poco spazio per crescere. Le aziende in forte espansione non distribuiscono quasi mai dividendi, preferendo reinvestire il loro utile nella crescita del business: società come Facebook (Meta), Amazon e Microsoft, ad esempio, non staccano dividendi.
Quando valutiamo un’azione value, analizzare l’approccio verso i dividendi è molto importante: se la società ne stacca, a quanto equivale il dividendo rispetto al prezzo del titolo? Se invece decide di reinvestirli nel suo business, è in grado di farne buon uso? Questa è una delle tematiche che un value investor passa più tempo ad approfondire.
Una società fa buon uso dei dividendi quando, reinvestendoli nel suo business, è in grado di far rendere il capitale di più rispetto al rendimento offerto dal mercato; se invece non fosse in grado di fare questo, dovrebbe staccare il dividendo e lasciare che siano gli azionisti a occuparsi di impiegarlo.
Ricordiamo che anche i broker di CFD, per quanto non offrano direttamente la possibilità di investire sulle azioni sottostanti, riconoscono ai trader tutti i dividendi delle società di cui si possiede il CFD. Questo ci permette di usare broker con costi molto competitivi, come FP Markets -qui il sito ufficiale-, senza rinunciare ai flussi di cassa.
Tasso di crescita annuo
Il tasso di crescita annuo di una società è fondamentale per comprendere se il rapporto P/E a cui viene scambiato il titolo oggi sia equo, sopravvalutato o sottovalutato. Ci sono due diversi modi di valutare il tasso di crescita: il primo è il più intuitivo, cioè misurare semplicemente l’aumento del fatturato e dell’utile netto nel corso del tempo.
Il secondo metodo, un po’più complesso ma anche più concreto, è il PEG Ratio (Price to Earnings Growth Ratio). Si tratta di un modo diverso di esprimere il rapporto P/E, che tiene conto anche del tasso di crescita dell’utile netto previsto per i prossimi anni. Il metodo di calcolo è:
PEG Ratio = P/E ratio / Tasso di crescita dell’utile netto
Anche in questo caso, più basso è il rapporto e più significa che un titolo sta venendo sottovalutato dal mercato. Chiaramente, se una società è arrivata alla sua fase di declino, il tasso di crescita sarà negativo; se invece l’azienda è in forte espansione, il tasso di crescita annuo potrebbe anche giustificare un rapporto P/E molto alto.
Questo parametro ci dà un’indicazione decisamente più utile rispetto al solo rapporto P/E, proprio perché tiene conto di quello che presumibilmente succederà nei prossimi anni. Se una società ha un rapporto P/E di 11.50 ma cresce molto poco, il suo titolo potrebbe essere più sopravvalutato di quello di una società con un rapporto P/E di 23 che però sta raddoppiando fatturato e utili ogni tre anni.
Quando una società stacca un dividendo, si può introdurre un nuovo parametro: il tasso di crescita del dividendo. Normalmente le aziende cercano di alzarlo di anno in anno, in modo da ricompensare sempre di più i loro azionisti; è un aspetto molto importante, perché un aumento del dividendo nel corso del tempo aumenta il rendimento netto del nostro investimento.
Un’azienda che stacca un dividendo di 0.20€ a fronte di un’azione che costa 10€, ad esempio, sta offrendo un dividendo del 2%. Se però il suo dividendo aumenta del 10% di anno in anno, tra 10 anni il dividendo sarà arrivato a 0.51€. Ipotizzando di investire oggi, significa che tra 10 anni il nostro dividendo offrirà da solo un rendimento del 5,1% annuo.
Indebitamento
Un’azienda non si valuta soltanto in base alla differenza tra costi e ricavi: l’indebitamento può compromettere la situazione patrimoniale di una società, anche quando questa riesce a ottenere importanti risultati economici di anno in anno.
Normalmente un value investor non si limita a guardare il conto economico o gli indicatori di redditività di un’impresa; fatta questa prima analisi, bisogna prendere in mano lo stato patrimoniale e guardare la differenza tra attivo e passivo.
Attenzione a non pensare che una società debba essere priva di debiti per considerarsi solida. Sarebbe sbagliato, dal momento che il debito è una risorsa per aumentare gli investimenti nel business della società e di conseguenza per aiutarla a crescere nel corso del tempo. L’importante è che il debito venga utilizzato per far crescere la società, e che il rendimento del capitale preso in prestito sia maggiore degli interessi.
Per avere un buon metro dell’indebitamento di un’azienda, di solito, si usa l’indice di indebitamento: le piattaforme come TradingView ce lo suggeriscono da sole per ogni azione negoziabile, il che è molto comodo. Aprendo un conto su Capital.com, ad esempio, potremo sfruttare TradingView come piattaforma e non ci dovremo più preoccupare di come calcolarlo.
Per calcolare l’indice di indebitamento dobbiamo semplicemente dividere il patrimonio netto della società per i suoi debiti totali. Entrambi i valori ci vengono forniti direttamente dallo stato patrimoniale. A parità di utile netto e di tasso di crescita, l’azione di una società meno indebitata dovrebbe costare di più.
Le azioni value tendono ad avere, in media, un rapporto del 50% tra capitale proprio e capitale preso a debito. Ogni settore ha comunque i suoi standard, e non si può realmente generalizzare troppo; le banche ad esempio tendono a operare con un indice di indebitamento molto alto, mentre le società tech tendono ad avere un indice di indebitamento piuttosto basso.
Free cash flow (FCF)
Il free cash flow (FCF) è la differenza tra entrate e uscite di cassa di un’impresa. Questo dato è molto importante per studiare la situazione finanziaria delle società su cui potremmo investire, e ci aiuta a capire se avranno abbastanza liquidità in cassa per continuare le loro operazioni.
Un investitore inesperto potrebbe pensare che il free cash flow non abbia peso nella ricerca delle azioni value, se abbiamo già considerato costi e ricavi. In realtà non è così: un ricavo nasce nel momento in cui l’impresa consegna il suo prodotto o servizio, e rientrano nei ricavi anche le scorte di magazzino non ancora vendute.
Nel concreto, l’impresa potrebbe non avere ancora ricevuto il pagamento per il suo prodotto o servizio; inoltre, come è ovvio, le scorte di magazzino non generano nessun flusso di cassa in entrata. Se nello stesso tempo la società si trova a pagare dipendenti e fornitori, la liquidità nel conto corrente potrebbe esaurirsi prima che i pagamenti vengano ricevuti.
Una value stock si valuta proprio anche attraverso la liquidità di cui un’azienda dispone. Se non ci sono abbastanza risorse liquide per protrarre l’attività della società, questa dovrà emettere nuove azioni diluendo le quote degli investitori precedenti. Ecco perché l’analisi del free cash flow è una parte essenziale del value investing, che ci viene semplificata da eToro (qui per provarlo gratuitamente) e da tutte le altre piattaforme che offrono i dati di bilancio delle aziende.
Mettendo insieme tutti gli elementi che abbiamo analizzato fino a qui, ci sono tutte le basi per poter andare alla ricerca di azioni value con dei buoni criteri di valutazione. Consigliamo comunque di fare pratica prima di iniziare a investire denaro reale, magari usando il conto demo gratis di Capital.com. Il denaro virtuale è un ottimo modo per testare sul campo le strategie, imparando ad affinarle nel corso del tempo.
Growth Stocks vs Value Stocks: su quali investire?
La diretta controparte delle azioni value sono le azioni growth. Questo tipo di titoli segue una logica completamente diversa: società in fortissima crescita, che spesso non sono ancora profittevoli, ma che in futuro potrebbero diventare dei colossi. L’idea è quella di comprare le azioni così presto nel ciclo di vita di un’azienda da poter sopportare alcuni anni di perdite in nome di una grossa rivalutazione in futuro.
Solitamente le azioni value hanno una quotazione più stabile, mentre le growth stocks tendono a essere più volatili. Nei periodi di recessione le azioni value reggono l’impatto meglio delle azioni growth, ma queste ultime tendono a rivalutarsi più in fretta nei periodi di crescita economica.
Investire in azioni growth può essere un’ottima idea quando ci troviamo di fronte a una società che tende a crescere, ma che allo stesso tempo ha un serio piano per diventare profittevole nel corso del tempo. Va bene tollerare alcuni anni di perdite in nome di una velocità maggiore nell’espansione del business, ma una società non può diventare un successo continuando a bruciare liquidità in eterno.
Anche quando riescono già a trarre un profitto dalla loro attività, è molto raro che le azioni growth stacchino un dividendo. Questo può succedere solo molto avanti nel ciclo di vita dell’azienda, quando il settore in cui operano è diventato più stabile; va appunto considerato che spesso si tratta di startup che operano in mercati in rapida espansione, come quello delle auto a guida autonoma o della micromobilità elettrica.
Non c’è necessariamente bisogno di scegliere se investire in società value oppure growth. Un investitore che desidera avere un portafoglio completo e diversificato tenderà a investire in entrambe le tipologie di imprese, cercando di bilanciare rischio e potenziale di crescita.
Deep value stocks, cosa sono e quando investire
Oltre alle azioni value, esistono le azioni deep value. Questo termine si usa solitamente per indicare aziende che operano in mercati ormai in declino, per cui tendono a mantenere i propri risultati di anno in anno o addirittura a limitare la decrescita.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, spesso questo tipo di settori è pieno di opportunità. Gli investitori tendono a sottovalutare molto le aziende che operano in mercati come quello del petrolio, quello delle banche tradizionali, l’estrazione di materie prime o la produzione di semilavorati. Inoltre poche persone conoscono le logiche di questi mercati, che tendono ad avere un forte leader di settore con risultati stabili di anno in anno.
Mentre gli investitori si impegnano in tutti i modi a cercare la “nuova Amazon”, spesso fallendo nel tentativo, altri si concentrano su aziende che hanno già visto il loro meglio ma che vengono ampiamente sottovalutate dalle Borse. Parliamo di rapporti P/E tra 5 e 8.50, che suggeriscono un forte ritorno sul nostro investimento.
Tipico delle azioni deep value è anche il fatto di staccare un dividendo molto alto rispetto al valore del titolo. Non è raro identificare delle deep value stocks che riescono a elargire un dividendo pari al 7-8% del prezzo dell’azione.
Per quanto l’attrattiva di questo tipo di investimenti non sia così forte, e gli investimenti in certi settori siano certamente meno entusiasmanti che in altri, in ultima analisi sono i numeri che fanno la differenza in questo mondo. Chi riesce a ottenere i rendimenti più alti correndo i rischi più bassi, nel settore degli investimenti, ha sempre ragione.
Conviene investire in azioni value?
Identificare una vera value stock, cioè una società che realmente viene sottovalutata dalle Borse, significa sempre trovarsi di fronte a un buon investimento. Il vero problema è condurre le nostre analisi così bene da poter essere certi di avere questo margine di sicurezza, cioè uno scarto reale tra prezzo e valore del titolo.
Il value investing non ha più bisogno di mostrare le sue potenzialità: sono ormai quasi 100 anni che questo approccio agli investimenti esiste, e ha generato alcuni degli investitori più leggendari di sempre. Non parliamo soltanto di Warren Buffett, ma anche di altri grandi nomi come Bill Ackman, Walter Schloss, Michael Burry e Irving Kahn.
Questo vale, a pensarci, anche al di fuori dei mercati azionari. Se riuscissimo a comprare case, auto, quadri o qualsiasi altro bene a un prezzo inferiore al suo valore, potremmo rivenderlo in seguito a un prezzo maggiore traendone un profitto. Per cui è una strategia che si fonda sui tratti essenziali dell’economia, ed è per questo che il value investing non può tramontare.
Quando questa strategia non funziona, solitamente è per uno di questi due motivi: una persona non è in grado di valutare in modo oggettivo una società, oppure non è sufficientemente paziente da attendere che il prezzo e il valore del titolo tornino ad allinearsi.
Chiaramente rimangono fissi tutti i punti che già abbiamo valutato parlando di qualunque altra strategia di trading online. Il primo è il fatto di usare un broker serio e regolamentato, autorizzato da Consob e con un profilo di costi realmente competitivo. Un ottimo esempio è eToro (registrati gratis qui), che ci permette di investire su migliaia di azioni RealStock senza commissioni.
La nostra opinione sulle azioni Value
Dal momento che la nostra redazione si occupa da oltre 10 anni di testare e applicare strategie per investire in Borsa, conosciamo molto bene il value investing. Per questo vorremmo aggiungere a tutto ciò che abbiamo detto fino a qui anche la nostra personale opinione.
Investire in azioni value è una strategia comprovata per difendere il capitale dall’inflazione, far crescere i risparmi nel corso del tempo e schivare gran parte della volatilità che i mercati azionari comportano. Bisogna comunque essere molto precisi nelle analisi, soprattutto quando ci si trova di fronte al bilancio: in tanti pensano di saperne leggere uno, ma in pochi lo sanno fare davvero.
I mercati sono piuttosto efficienti e non è semplice trovare dei titoli realmente sottovalutati, specie nei trend fortemente rialzisti in cui tutto il mercato sembra diventare ipercomprato. Detto questo, le opportunità esistono e ogni giorno vengono colte dai value investor di tutto il mondo; è una strategia che richiede impegno, ma che può realmente portare a risultati importanti.
Come sempre, è importante essere molto concentrati quando si investe e tenere a mente che per fare value investing serve tempo. Non tutte le aziende che analizziamo si riveleranno delle buone opportunità, e il fatto di analizzare delle società su cui poi non investiremo è parte del percorso.
Azioni value: le nostre considerazioni finali
Investire in azioni value è una strategia di comprovato successo, per chi riesce a farlo come si deve. Partendo dalla comprensione e dall’analisi dei numeri di una società, delle sue prospettive future e della qualità del management, potremmo realmente scoprire un gap importante tra prezzo e valore di un titolo.
Lo scarto tra prezzo e valore esiste in ogni aspetto dell’economia, ma sui mercati azionari è qualcosa che possiamo sfruttare in modo molto efficiente. Come sempre, allenamento e apprendimento sono le due chiavi del successo: le nostre prime analisi potrebbero lasciarci con risultati inferiore alle attese, ma a poco a poco si apprende a fare le cose meglio.
Ci vuole tempo per entrare nelle logiche del value investing e per farlo fruttare, ma questo vale tanto per gli investimenti quanto per qualunque altro settore. Un buon modo per fare pratica è allenarsi in modalità demo, cosa che possiamo fare utilizzando un broker come FP Markets -vai al sito-. Con il denaro virtuale offerto dal broker, sarà decisamente più semplice testare la nostra predisposizione per il value investing.
FAQ: Domande e risposte frequenti sulle azioni value
Cosa sono le azioni value?
Le azioni value sono titoli che vengono sottovalutati dal mercato. Gli investitori cercano di identificare queste azioni, in modo tale da poter trarre un profitto quando il prezzo e il valore del titolo si allineano nuovamente.
Cosa sono le azioni growth?
Le azioni growth sono azioni di società in forte crescita, che spesso sacrificano gli utili per espandere il più velocemente possibile la loro quota di mercato. Rappresentano un rischio maggiore per gli investitori, ma possono anche portare a rivalutazioni molto importanti del capitale investito.
Che differenza c’è tra azioni value e deep value?
Le azioni deep value sono ancora più sottovalutate dal mercato rispetto alle azioni value. Solitamente si tratta di società che operano in settori molto tradizionali, talvolta in declino, per cui attirano pochi occhi addosso da parte degli investitori. Le azioni value sono spesso titoli di società mature, ma non ancora in declino.
Dove posso comprare azioni value in sicurezza?
Un ottimo broker per investire in azioni value è eToro (qui il sito). Offre migliaia di azioni compatibili con la funzionalità RealStock, grazie alla quale possiamo investire su questi titoli senza pagare alcuna commissione.
Quali sono le azioni value italiane?
Esempi concreti di azioni value italiane sono Intesa Sanpaolo, Unicredit, Eni, Enel, Luxottica e Stellantis. Borsa Italiana è sorprendentemente ricca di opportunità per chi vuole fare value investing.
Cos’è il “margine di sicurezza” nel value investing?
Il margine di sicurezza rappresenta lo scarto tra il valore e il prezzo di un titolo. Maggiore è il nostro margine di sicurezza, maggiore è la probabilità di successo del nostro investimento.
Il value investing è sicuro?
Nessuna strategia di investimento è sicura al 100%, perché non possiamo sapere se le nostre analisi siano corrette fino in fondo. Anche ammesso di trovarla, il mercato potrebbe rimanere irrazionale più a lungo di quanto noi possiamo permetterci di sostenere. Detto questo, il value investing è molto più sicuro rispetto ad altri approcci agli investimenti.